BORGO DI COLLOREDO
Narra Monsignor Tria, nel suo libro “Memorie storiche, civili ed ecclesiastiche” (1736 d.C) che Colloredo (anche detto Caroleto) fosse un casale distrutto nelle piane del fiume Saccione, vicino Campomarino.
Il devoto Marchese del Vasto, Diego D’Avalos D’Aragona, che passava spesso per quel luogo recandosi alla sua tenuta di Serracapriola, saputo del ritrovamento da parte di un villano, di un quadro in tavola della Beata Vergine, decise di ristrutturare quel rudere ed edificarvi una chiesa.
Lo stemma delle armi gentilizie di Casa D’Avalos sono tuttora visibili sulla porta della chiesa di Madonna Grande, insieme al venerato quadro sull’altare maggiore.
La pianta ottagonale dell’antico casale di Colloredo è riportato nel marchio di “Borgo di Colloredo” che lo celebra anche nel nome.
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